" … perchè la mossa lor non fosse bigia, / ma chiara a tutta gente..."
( A. Pucci, Centiloquio, sec XIII )
Il colore grigio, composto in parti uguali di nero e bianco, è principalmente associato alla cenere, di quando, cioè, il rossore e la forza del fuoco esaurisce la propria spinta energetica e vitale, lasciando dietro di sé plumbei residui: “ Abbandonati i barbagli guizzanti della fiamma e la vivacità del rosso, questo colore ci conduce nella direzione dell’oscuramento e della devitalizzazione, ci introduce nelle spente regioni del grigiore e dell’anonimato” (C. Widmann, 2000). Pertanto, dal punto di vista dei significati che assume, la cenere possiede valenze che riconducono ad un tema focale: quello di residuo di un flusso vitale ormai estinto che fa apparire questo colore come espressione della devitalizzazione e del ritiro di investimenti energetici. Ad esempio, nel cristianesimo la cenere significava la mortificazione della pulsionalità e la compunzione in cui si spegneva ogni passione e ogni desiderio: nei secoli passati, ciò avveniva in cinere et cilicio, che consisteva nello spogliarsi dei propri abiti per indossare una veste di cilicio cosparsa di cenere. Come si vede, il grigio è un cromatismo di uno stato d’animo in cui non si agita alcuna vivacità emozionale, una sorta di “immobilità desolata” (Kandinsky), un colore povero di vitalità ed energia che viene paragonato da Max Lüscher alla "terra di nessuno". Anche nelle favole si evidenziano i significati della cenere quale dimensione esistenziale in cui la soggettività è repressa, coartata, impossibilitata a dispiegarsi: prigioniera di una Grande Madre che ne soffoca l’individualità, appare infatti Cenerentola
" … Per giunta le sorelle gliene facevano di tutti i colori, la schernivano e le versavano ceci e lenticchie nella cenere, sicché‚ doveva raccoglierli a uno a uno. La sera, quando era stanca, non andava a letto, ma doveva coricarsi nella cenere accanto al focolare. E siccome era sempre sporca e impolverata, la chiamavano Cenerentola."
o la Griselda (grigia fanciulla) delle leggende medievali europee, donna plebea che pazientemente affrontava le inspeigabili e crudeli vessazioni da parte del marito:
" … s’allestirono le mense,
e l’ottima Griselda disposta ogni cosa
senza un lamento al mondo,
assistè ai convitati in contegno…"
(Boccaccio, Decameron )
Anche nel grigiore di questo colore, però, non mancano significati dalle valenze positive, poiché il carattere freddo del grigio può anche possedere vissuti psicologici vicini alla neutralità, all’oggettività o all’ impersonalità combinata alla conoscenza. Negli antichi testi di Chuang-tzu (filosofo e mistico cinese), ad esempio, si paragonava la cenere al cuore del saggio, volendo significare in questo modo come in esso fosse estinta ogni attività mentale, ogni pulsione istintuale e turbolenza emotiva:
" Che il vostro corpo sia simile a un ramo di albero secco!
Che il vostro spirito sia simile alla cenere spenta!
Così non sarete visitato né dall'infelicità né dalla felicità "
(Chuang-tzu, IV a.C.)
In India, inoltre, si cospargono di cenere i sadhù shivaiti, a imitazione di Shiva il quale, abbandonati gli stimoli della vita ordinaria, si era ritirato nel mondo ascetico. E bigio, non a caso, era il saio dei primi monaci (dal greco monachos, persona solitaria), che solo molto più tardi divenne di colore marrone, passando in tal modo dai significati della cenere a quelli della terra. Tra l'altro, ancora nel XVII° secolo l’abito di alcuni frati cappuccini era grigio, come dimostra padre Giuseppe, l’oscura ma influente eminenza grigia del Cardinale Richelieu. Per finire, il grigio può esprimere anche la colorazione dei capelli brizzolati, della vecchiaia, di chi ha la saggezza dettata dall'esperienza di una lunga vita alle spalle. Tale colore, infatti, presso gli ebrei veniva chiamato seybah, con il significato tanto di capelli grigi quanto di vecchiaia, un periodo esistenziale questo, percepito con profondo rispetto e devozione:
" La gloria dei giovani è la loro resistenza;
lo splendore di un vecchio è la sua testa grigia. "
(Sacra Bibbia, Libri della Sapienza, Proverbi, 20:29)
Il Dott. Luca Coladarci è Psicologo-Psicoterapeuta a Roma, zona San Giovanni, Re di Roma, Pigneto, Tuscolana, Piazza Lodi, Appia Nuova. E' esperto di Ansia, Depressione, Attacchi di Panico, Disturbi Alimentari (Anoressia e Bulimia), Disturbi Sessuali Maschili e Femminili, Stress, Relazioni, Amore e Vita di Coppia, Dipendenza Affettiva, Dipendenza Da Gioco D'Azzardo, Elaborazione Del Lutto, Disagi Relazionali, Cefalee, Bullismo, Mobbing e di tutte quelle situazioni esistenziali che tendono a limitare il libero fluire della vita.
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