La parola vocazione deriva dal latino vocare, cioè chiamare, e questa a sua volta trae origine dal termine vox, vale a dire voce. Una vocazione, dunque, indica una predisposizione naturale, una “voce interiore” per l’appunto, che conduce una persona ad interessarsi ad un’attività o ad una serie di attività specifiche.
La parola
talento, invece, deriva dal termine greco
tàlanton, dove nell’antica Grecia dapprima indicava “
l’inclinazione dei piatti della bilancia” e che poi nel corso dei secoli ha acquisito il senso figurativo di inclinazione, ovvero
di propensione e abilità naturale verso una determinata attività. La parola
hobby, invece, deriva dall’inglese
hobyn, termine con il quale nel 1400 si indicava un piccolo cavallo di razza irlandese. In seguito, con il termine
hobby horse (ovvero
piccolo cavallo) ci si riferiva ad un piacevole giocattolo costituito da un bastone che aveva il pomello proprio a forma di cavallo. E da ciò, successivamente, con l’abbreviazione di hobby si è passati ad indicare “
un passatempo preferito”, cioè
un’attività ricreativa a cui ci si lega fortemente. Ed infine, la parola
passione vede riferirsi nel suo significato estensivo ad
una forte tendenza per qualcosa, ad un intenso interesse verso uno specifico campo. Come si vede, dunque, al di là delle sfumature di significato, le numerose vocazioni, gli hobby, i talenti o le variegate passioni esprimono tutte un sotteso elemento psicologico comune: vale a dire
un interesse che coinvolge con vigore l’intera personalità di un individuo, e che anche in tal modo riesce ad acquisire una sua specifica identità caratteriale.
Le inclinazioni naturali, dunque, possono essere di vario genere e natura: ad esempio, vi sono quelle di tipo artistico-creativo come la pittura, il disegno, la scultura, la fotografia, la scrittura, il costruire, l’intarsiare il legno, la musica, la danza, la recitazione, il canto; oppure quelle che riguardano specifiche attività ricreative o sportive come ad esempio il galoppo, la pesca, la vicinanza agli animali, il collezionare oggetti, la vela, il nuoto; oppure quelle che attivano interessi specifici come la lettura, lo studio di una particolare materia sia essa scientifica che umanistica, la visione dei film, il piacere per la natura o per l’arte.
Sin dai primi anni di vita, si possono gradualmente scorgere nei bambini queste naturali predisposizioni. Difatti, c’è chi sin dalla più tenera età riesce a cavalcare con maestria e sicurezza un cavallo, oppure maneggiare con soddisfazione una macchina fotografica o un computer, leggere con interesse i giornali, utilizzare con vivo piacere i colori, suonare, danzare, recitare o cantare con particolare bravura, calciare con destrezza un pallone oppure manipolare con molta cura i motori delle macchine. Come si vede, le inclinazioni naturali possono riguardare qualsiasi campo dell’esistenza e tutte, qualunque esse siano, hanno pari dignità psicologica. Va ben specificato, inoltre, come un talento, una passione, una vocazione oppure un hobby siano sempre elementi soggettivi ed individuali. Difatti, la famiglia o l’ambiente esterno certamente possono influire nella possibilità di coltivare ed assecondare una passione; ma la propensione naturale verso uno specifico campo d’interesse è sempre un elemento psichico presente sin dalla nascita e che trova origine, dunque, nella soggettività di una persona. A bene vedere, quindi, per quanto riguarda le inclinazioni naturali si può parlare di una sorta di “innatismo psichico” presente in ognuno di noi, che si manifesta anche nella presenza di specifiche propensioni che ci rendono unici e differenti dagli altri. Durante il corso della vita, vi sono persone che riescono a coltivare e nutrire con una certa completezza la propria passione, riuscendo ad esempio a farla diventare oggetto del proprio lavoro professionale. Alcune altre, invece, possono realizzarsi lavorativamente in campi differenti rispetto alle passioni personali, mostrando al contempo, però, vivo interesse per una propria inclinazione naturale. Comunque, va sottolineato come in qualsiasi fase dell’esistenza si possano scoprire oppure riscoprire le proprie inclinazioni ed i propri interessi personali.
Da un punto di vista psicologico, coltivare ed assecondare una inclinazione naturale si rivela sempre di fondamentale importanza ed utilità: difatti, dare
ascolto ad una propria passione consente di riconosce esistenza al nostro “
mondo interno”, cioè alla nostra stessa psiche, riconoscimento quanto mai utile per riuscire a trovare quel giusto equilibrio tra gli aspetti più
esterni,
materiali, con quelli più
interni,
psicologici, della nostra vita. L’apertura a questo mondo interno, quindi, può condurre ad
una personalità più autentica, cioè più soggettiva e più vicina ai nostri tratti caratteriali specifici. Inoltre, aprendosi con fiducia al mondo interno e alle personali inclinazioni in esso contenute, in tal modo si riesce ad
ampliare la propria personalità. Ed è per queste ragioni che secondo lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung, aprirsi con fiducia alle proprie vocazioni personali può infondere nuova
vitalità e
vigore: “
E’ come se un fiume che si fosse perso in un braccio stagnante improvvisamente ritrovasse il suo letto e le sue acque tornassero a fluire, o come se si rimuovesse una pietra che soffoca un seme, cosicché il germoglio possa iniziare la sua crescita naturale. Avere una vocazione nel suo significato originario vuol dire essere guidati da una voce. La voce interiore è la voce di una vita più piena, di una coscienza ulteriore più ampia. ”
Attraverso un fiducioso percorso psicologico, allora, è possibile scoprire o riscoprire le proprie inclinazioni personali, per riuscire ad integrarle con equilibrio ed armonia all’interno della personalità globale.