Il mal di testa, o cefalea, è quel dolore provato in qualsiasi parte della testa o del collo, e nelle sue varie manifestazioni esso rappresenta uno dei disturbi più comuni nella popolazione generale.
Difatti, si calcola che circa l’80% delle persone abbia almeno un episodio di cefalea nel corso di un anno e per molti di essi il mal di testa non rappresenta un disturbo occasionale, bensì una fastidiosa presenza che si manifesta piuttosto frequentemente. In numerosi casi, infatti, le cefalee sono così ricorrenti ed invalidanti da compromettere fortemente i rapporti familiari, sociali oppure le capacità lavorative delle persone, incidendo pesantemente sull’intera qualità della vita.
E chi ne soffre, sa quanto sia difficile conviverci anche perché, oltre al dolore avvertito, quella del mal di testa è una “presenza” che finisce per assorbire gran parte delle energie psico-fisiche di una persona. Va specificato, inoltre, come nel mal di testa proprio la componente psicologica abbia un ruolo fondamentale: difatti, situazioni quali l’ansia, lo stress oppure vissuti depressivi molto spesso trovano un
“canale sintomatologico” proprio nelle cefalee. Così come è altrettanto possibile che un mal di testa possa rappresentare una condizione psicologica
“autonoma”, non legata specificatamente a vissuti ansiogeni oppure depressivi.
Vi sono oltre duecento tipi di cefalee, le quali possono essere fondamentalmente distinte in due principali categorie:
le cefalee "primarie" (in cui il mal di testa è un disturbo non collegato ad alcuna causa fisiologica sottostante, bensì ad una situazione psicologica) e
le cefalee "secondarie" (quelle forme in cui il mal di testa è un sintomo di una ben definita e precisa condizione fisiologica, come ad esempio l'ipertensione arteriosa, un trauma cranico oppure una malattia oculare). Per quanto riguarda le cefalee primarie, le principali forme sono
l'emicrania, la cefalea muscolo-tensiva e la cefalea a grappolo.
L’emicrania (dal greco
“hemikrania”, cioè
“dolore su un lato della testa”) colpisce generalmente solo un lato del capo. Oltre ad essere unilaterale, il dolore di una emicrania è a carattere pulsante e tende ad aumentare con il movimento e le attività quotidiane. Ad essa, inoltre, si associano spesso stanchezza, nausea, intolleranza alla luce e ai rumori. Nella cosiddetta
emicrania con aura, inoltre, può capitare che prima dell’arrivo dell’emicrania, in alcune persone compaiano dei momentanei e transitori disturbi visivi (bagliori o linee ondulate), o sensitivi (formicolii del labbro o delle guance) oppure del linguaggio.
La cefalea muscolo-tensiva, anche detta
cefalea tensiva, invece, è quel comune dolore alla testa che si può espandere fino al cuoio capelluto e al collo, e che di solito è associato ad una tensione e ad una rigidità muscolare proprio nelle zone del capo e della nuca.
La cefalea muscolo-tensiva è la forma più frequente di mal di testa, ed essa è caratterizzata da un dolore forte e persistente, che può essere sia di
qualità gravativa, facendo in tal modo avvertire una sensazione simile ad
“un peso che schiaccia la testa”, e sia di
qualità costrittiva, che fa percepire un dolore somigliante ad
“un cerchio alla testa” oppure ad
“una cintura che si stringe”.
La cefalea a grappolo, infine, è una delle cefalee più dolorose, anche se fortunatamente molto rara. Si chiama cosi poiché essa colpisce ciclicamente con
attacchi raggruppati come un “grappolo” (in inglese “cluster”) nel corso della giornata, alternati poi a lunghi periodi di assenza degli stessi. Tali gruppi di attacchi, infatti, hanno generalmente una durata di sessanta minuti e con una frequenza di circa quattro episodi al giorno, intervallati poi da lunghi periodi di remissione in cui gli attacchi cessano completamente. Lo schema
“remissione-grappolo-remissione” varia da persona a persona, ma nella maggior parte dei casi la cefalea a grappolo si ripete due o tre volte all’anno.
Come detto in precedenza, nelle cefalee la componente psicologica ricopre un ruolo molto importante. Talvolta, infatti, stati depressivi, condizioni ansiogene, attacchi di panico oppure situazioni e stili di vita stressanti trovano proprio nel mal di testa uno dei sintomi più frequenti e ricorrenti. E in questi casi, dunque, può essere quanto mai utile e salutare il fatto di lavorare psicologicamente proprio sui suddetti vissuti.
Altre volte, invece, le cefalee possono essere una vera e propria situazione
disfunzionale autonoma. Fermo restando la specificità e la particolarità di ogni situazione psicologica, per provare a scorgere eventuali elementi all’origine delle cefalee può essere interessante osservare come la testa, anche nel linguaggio quotidiano, sia la sede dei pensieri. E in quest’ottica, allora, per alcune persone il mal di testa potrebbe segnalare la presenza di una eccessiva attività mentale, vale a dire una sorta di
“ingorgo” di pensieri e preoccupazioni che sembrano non trovare una loro fluida e lineare elaborazione. Così come è possibile che un mal di testa possa evidenziare una situazione esistenziale caratterizzata da un eccessivo peso di responsabilità oppure dalla difficoltà a compiere scelte importanti.
Attraverso un fiducioso percorso psicologico, allora, è possibile dare maggiore consapevolezza e chiarezza a tali contenuti, e di elaborarli con equilibrio ed armonia all’interno della personalità globale.