Il termine
stress deriva dalla parola latina
strictus, il cui significato sta per
serrato,
stretto,
compresso, elementi, questi, che ben esprimono il senso di “
oppressione” che una persona sperimenta proprio nelle varie situazioni stressanti. Difatti,
lo stress indica al contempo sia l’affaticamento psicofisico, la tensione nervosa ed il logorio che si avvertono internamente, e sia le situazioni o i fatti esterni che ne costituiscono la causa.
L'impiego di questo termine, tra l'altro, ha un'origine storica ben precisa: esso, infatti, venne utilizzato per la prima volta nel 1936 dal fisiologo austriaco Hans Selye, il quale lo definì come una particolare risposta di
adattamento dell'organismo rispetto alle
pressioni ambientali. Il medico austriaco, infatti, osservò come l'organismo, in occasione di stimoli esterni che alteravano
l'equilibrio interno, rispondeva con una serie di attivazioni fisiologiche che riportavano tutto l'organismo alla sua funzionalità normale. Ad esempio, una improvvisa diminuzione della temperatura esterna suscitava una risposta di adattamento dell’organismo, che scompariva una volta raggiunto nuovamente l'equilibrio interno.
Dopo le scoperte di Selye, quindi, fu notato come la risposta di stress fosse causata anche da moltissime
situazioni e stimoli di natura psicologica che portano ad alterare l'equilibrio interno.
Come si vede, dunque, lo stress è una forma di
adattamento psicologico rispetto a qualsiasi situazione impegnativa si presenti, e di conseguenza esso risulta essere un fenomeno strettamente connesso
all'equilibrio tra il mondo interno di una persona rispetto alle stimolazioni ricevute dall'esterno. Tali stimolazioni sollecitano determinate risposte psico-fisiologiche che spesso possono essere salutari e naturali reazioni che consentono di attivare risorse individuali rispetto alle richieste ambientali;
ma nel momento in cui esse divengono eccessive e si protraggono nel tempo, si viene in tal modo a creare una situazione disfunzionale rispetto all'adattamento dell'esistenza.
A secondo della durata dell'evento stressante, dunque, si distingue lo stress in due principali categorie:
lo stress acuto e
lo stress prolungato o cronico. Nello
stress acuto, l'evento stressante si verifica una sola volta e in un lasso di tempo limitato, come ad esempio può essere una separazione dal proprio partner, la morte di una persona cara oppure la perdita momentanea del lavoro. Mentre nello
stress prolungato o cronico, lo stimolo o gli stimoli stressanti divengono persistenti e di lunga durata, come ad esempio possono essere le gravose e prolungate necessità lavorative, i periodi di intenso studio, l'assolvere intensamente ai compiti genitoriali oppure i ritmi di vita dai tratti celeri e
movimentati.
Per quanto riguarda
la diffusione dello stress tra la popolazione generale, tutte le ricerche nazionali ed internazionali dimostrano come esso sia un vissuto molto diffuso, sia negli uomini che nelle donne, tanto nelle grandi città quanto in quelle di dimensioni più piccole. Difatti, per quasi la metà delle persone lo stress rappresenta un vissuto psichico presente nella vita di tutti i giorni, per altro in un quadro generale segnato da una difficile situazione socio-economica.
Da un punto di vista psicologico, nelle diverse situazione stressanti sono piuttosto frequenti la presenza di concomitanti vissuti di ansia, depressione, attacchi di panico, insonnia, irrequietezza, confusione mentale, affaticamento, oppure
disagi di natura psico-somatica. Difatti, vista la connessione sempre presente tra psiche e corpo, fasi di stress prolungato possono condurre anche a problematiche psicosomatiche quali ad esempio disfunzioni cardiache, mal di testa o cefalea, disturbi gastrici o della pelle. Inoltre, una fase di stress intenso talvolta può portare anche ad una
minore capacità di empatia, vale a dire ad una minore capacità nel provare vicinanza affettiva ed emotiva verso sè stessi e anche verso gli altri. E va poi considerato come talvolta si è così
immersi nello stress, che di sovente si può venire a creare una sorta di
circolo vizioso (il cosiddetto
loop), che può portare una persona alla ripetuta sovrapposizione di numerosi impegni ed attività della vita di tutti i giorni.
Un percorso psicologico, dunque, nel caso di
eventi stressanti acuti quali possono essere la separazione dal proprio partner, la morte di una persona cara oppure la perdita del lavoro, risulta estremamente utile per cercare di capirne le cause, le motivazioni e le aspettative che si sono venute a creare rispetto ad una determinata situazione, al fine di elaborare e quindi superare l’evento stressante.
E anche per quanto riguardo gli
eventi stressanti prolungati, quali ad esempio intensi ritmi di vita e di lavoro,
un fiducioso percorso psicologico può essere quanto mai utile ed importante sia per riuscire a ritagliarsi
spazi personali dove essere maggiormente consapevoli delle proprie necessità interne, delle proprie specificità caratteriali e delle proprie risorse, e sia per riuscire a trovare quel
giusto e salutare equilibrio tra le esigenze esterne, materiali, con quelle interne, psicologiche, della nostra vita.